ðŠððððð ðŧðð – 7. ðđðððððð ð ðđð ð ð°ððððððððð
ðŋâðððððððĄððð ððð ðððð ððððððððððð ð ð ðâðððððĢð ððĒðððĄðððð,
ðŋâðððððððĄððð ððð ðððð ðððĄðĄðððĄððððððð ð ð ðâðððððĢð ðžðððððĢðĢðð ð,
ðŋâðððððððĄððð ððð ð ðððð ðð ððð§ð§ð ð ð ðķâðððððĢð ðķððð .
ðððð ð ð ððĒðððĄðððð ð ðžðððððĢðĢðð ð ð ð ððððððĄðððĢððð ððððð ðĄðððð ðð ðķððð ,
ðâð ðð ðð ðððĄððĢð ððð ðððððð ððððððð ððĄðĖ.
ð·ðð ððĒð ð ððð ððððððĖ ðððð ððððððððð ððð ðð ð ðĒð ððððĄðððð§ð§ð.
âðĄðĒðĄðĄð ððð ðð ð ððð ðĒððððâ ððð ð ððð ââðððð 7 ðððððĄðĒðð
ðķâð ððððððĄðĄððð ðððð ðð ðĢððððð, ðĒðððð, ðððððððð ð ððð ðððððð.
ðððð ðķððð ððð ðð âð ððð ð ðĒðð. ððððĢðððð ð ððððĄððððððð ððĒðððâð ðððððĄðĒððâ.
ðððð ðððððð ðððððð ðððððð ðĒðð.
ðžð ð ððĄðĄððð ðððððð ðķððð ððððĖ.
Siamo allâultimo dei capitoli interni dello Chuang Tzu.
Esso si divide in 7 capitoli interni, 15 misti e i restanti 11 esterni. Gli interni si ritiene siano sicuramente opera di Zhuang Zi, gli esterni si ritiene provengano da altre fonti e infine i misti sono di provenienza eterogenea difficilmente delineabile.
Gli interni sono reputati i piÃđ belli non solo filosoficamente ma anche come originalità e narrazione. Sono sicuramente i capitoli portanti del testo, tanto che i personaggi qui presenti si ritroveranno nei successivi capitoli. Sono quelli maggiormente studiati e piÃđ indicativi della dottrina Tao nel senso filosofico del termine.
Questo Settimo ed ultimo capitolo degli interni ÃĻ il piÃđ corto.
In questo capitolo Zhuang Zi affronta il tema dellâattuazione del taoismo nel mondo degli uomini partendo dalla visione del governante. Ma ovviamente si puÃē traslare questa lettura ad altri contesti altrettanto utili, come il ruolo dei genitori, di un capo azienda, o di una persona che ha potere non solo su altre persone ma che ha anche la responsabilità di prendere le decisioni che influiranno sul benessere della propria comunità .
Un argomento quindi molto interessante e anche pratico.
Tutto il Capitolo 7, come si puÃē facilmente intuire, si focalizza sul rapporto tra il saggio taoista e il âmondo dellâuomoâ. Per comprendere cosa si intende per âmondo dellâuomoâ si rimanda in particolare al Cap. 6.
Il primo paragrafo già ci pone sul discorso preminente per il taoismo in tale sfera: avere la capacità innanzitutto di sviluppare sÃĐ stessi come saggi e solo dopo, quando si ÃĻ pronti, agire nel âmondo dellâuomoâ.
Leggiamo il capitolo nelle sue prime righe: âðŋâðððððððĄððð ðððĒðĶðĒ ððð ðĖ ðððððððððððð ðððâðððððððĄððð ððð.â Prima di proseguire, per aiutare la comprensione della lettura, chiariamo subito chi sono questi 2 imperatori.
Youyu rappresenta lâidea del reggente confuciano, un ideale quindi posto come la piÃđ alta espressione etica ma pur sempre nel âmondo dellâuomoâ, come lo ÃĻ del resto tutta la filosofia ed etica confuciana.
Contrariamente Tai ÃĻ il reggente seduto nel Tao.
Il testo dopo questa introduzione continua: âðððĒðĶðĒ ððð ð ððððĢð ðððððĢððððð§ð ð ðĒððððððððĄð ððð ðððððĒðð ðĄððð ð ððð ðð ð ððð ðĒðððð, ðð ððð ð ððððĢð ððĒððð ððð ððð-ðĒðððð.â
Lâimperatore confuciano aveva un alto senso etico, ma fuori dal âmondo dellâuomoâ, ossia nel ânon-umanoâ, era paragonabile agli altri uomini comuni.
âððð ð ð ðððððððððĄððĢð ðĄðððððĒðððð ð ð ð ð ðĢððððððĢð ð ðĢðððĄð ðððð ðĒð ðððĢðððð, ð ðĢðððĄð ðððð ðĒð ððĒð. ðŋð ð ðĒð ððððð ðððð§ð ððð ðððððððððð, ðð ð ðĒð ðĢðððĄðĒĖ ððððĒððð. ððððððĖ ððð ð ð ðððð ð ððð ððð ððð-ðĒððððâ
Il reggente taoista ÃĻ invece una figura poliedrica, quasi non inquadrabile dalla ragione (oggi cavallo, domani bue), ma esso oltre a sapersi districare nel mondo classico e razionale ÃĻ in grado di affrontare anche ciÃē che ÃĻ imprevisto e insondabile. Da questo punto di vista Zhuang Zi ÃĻ abbastanza chiaro sul fatto che il reggente non deve solo saper gestire il conosciuto e il noto, ma anche il fato che viene ad affacciarsi alla sua porta in forma inconsueta. Esso ÃĻ quindi in grado di non perdersi mai, in nessun caso, e questa conoscenza, diciamo piÃđ estesa concettualmente e filosoficamente, lo rende superiore anche al miglior reggente del âmondo dellâuomoâ che ha una visione comunque limitata rispetto a lui.
Per non dare adito a dubbi, nella seconda conversazione il concetto viene ripreso e sviluppato su un altro versante attiguo: 2 monaci, un maestro Tao e un suo allievo parlano degli insegnamenti di un maestro confuciano, lâallievo dice: âðð âð ððð ðððððĄð ðâð ðĒð ð ðððððð ðð ðĒððððð ðððððĒððð ð ðððððð ðððððððð ð ðð ððððððð ððððð. ðķðð ðĖ ððð ð ðĒðð ðð ð ððð ðððððððð ð ðĄðĒðĄðĄð ðĢðððððð ðĄððð ððððððĄðâ e il maestro gli risponde in modo semplice e chiaro: âððĒðð ðĄð ðĖ ðĒðð ðððð ð ðĢðððĄðĒĖ ðððĢðĢððð. ðšððĢðððððð ðð ððððð ðð ððĒðð ðĄð ðððð ðĖ ðððð ððððððð ðð ððð ð ððð ð ððĒððð ðĒð ðððððð. (âĶ) ððĒðððð ðð ð ððððð ðððĢðððð, ð ð ððððĒðð ðððð ð ðð ðððĖ ðâð ð ðĄð ððĒððð? ððððð ðððððððð ð ðĖ ð ðĄðð ð ð, ððð ðððð ðð: ððð ðĖ ðĖ ðð ððððð ðð ððððĄððð ð ðĄðððððð ðð ð ðĒð ððððð.â
Questo insegnamento ÃĻ la base dellâetica taoista, e nella sua semplicità ÃĻ non solo apparentemente inconsueta nellâottica occidentale classica del governare, ma anche controintuitiva. Fino a quando non si ÃĻ completamente centrati in sÃĐ stessi e nel Tao, ÃĻ inutile occuparsi di altro, soprattutto se si ha a che fare con gli uomini. Essere un reggente, un capo sul lavoro, un genitore, un amico confidente, o situazioni simili, ÃĻ un compito che si puÃē portare a buon termine solo quando la persona si ÃĻ prima occupata di lavorare in profondità sul proprio essere e lo ha affinato per saper affrontare la vita e il Tao in tutti i suoi aspetti e possibilità .
Interessante qui un confronto con LâArte della Guerra di Sun-Tzu: âðð ððððð ðð ðð ðððððð ð ðĄð ð ðĄðð ð ð, ðð ðĄðĒð ðĢððĄðĄðððð ðĖ ð ðððĒðð. ðð ððððð ðð ðĄð ð ðĄðð ð ð ðð ððð ðð ðððððð, ðð ðĄðĒð ððððððððððĄðĖ ðð ðĢðððððð ð ððððððð ð ððð ðĒððĒððð. ðð ððð ððððð ðð ðð ðððððð ð ððððððð ðĄð ð ðĄðð ð ð, ð ðððððððððð ðð ðððð ðððĄðĄððððð.â
Quando la persona ÃĻ padrona del proprio sÃĐ e del Tao, allora sarà in grado di guidare e aiutare gli altri. E questo perchÃĐ tutti gli uomini, essendo immersi nel Tao, sono soggetti alle stesse leggi e dinamiche. Inutile farsi guidare da un uomo che non conosce il Tao, anche se esso ÃĻ il migliore fra gli uomini eticamente, poichÃĐ arriverà sempre il momento in qui, con la sola ragione e razionalità , non si potranno affrontare in modo corretto le situazioni del momento. Il Tao trascende lâetica normale e classica del mondo dellâuomo.
âðŋðð ððð ðâð ðð ðĄðĒð ððððĄð ðĢððâð ððððâððð ððððð, ðĒððð ðð ðð ðĄðĒð ð ðððððĄð ðð ððð ðððĄð ð ððð§ð ððððð, ððð ððððĄð ððĒððððð ððððð ðððĄðĒðð ðððĄðððð ððð ððððð ððð ð ð ððððððĄððð ðððð ðððð ðððð ððððð. ðķðð ðĖ ðð ððððð ð ðððĖ ððð ðððĢðððððĄðâ
Questo âinsaporeâ, questo â senza formaâ richiama chiaramente lâapproccio Tao verso la via vera e centrata che il saggio deve sapere condurre. Insapore ÃĻ la mancanza di un particolare sapore, quindi unâassenza di separazione e classificazione delle cose secondo i classici costrutti mentali. Il senza forma ÃĻ parimenti la mancanza di catalogazione delle cose secondo la loro struttura apparente formale ( la forma appunto) seguendo il classico sentiero razionale. Quando si giunge a questo ââĶil mondo sarà ben governato.â
Ma come si vede, nel ‘mondo dellâuomo’, il sapiente governo di un saggio che vive nel Tao?
A questa domanda Zhuang Zi risponde in modo uguale a Laozi (Lao Tse): âðž ðððððððð ððð ð ðĒð ðððĢðððð ððððððð ðð ððððð ðððĄððð, ðð ððð ð ððððððð ððððð ð ðĒð.â
Ecco, sullo stesso argomento cosa dice Laozi nel Tao Te Ching, al verso 17:
LA PURA INFLUENZA
ð·ð ðĒð ðððððð ðððððððĄð ðâð ðð ðððĢðððð,
ðð ðððððð ððð ððĢðĢðððĄð ððĒðð ð ðð ðððð ððð§ð.
ððð ðĢðððð ððĒðððð ððððĄð ð ð ðĄððððĄð.
ððð ððĒðððð ðĄðððĒðĄð.
ðžððððð ððĒðððð ððð ðððð§ð§ððĄð ð ðĄðððĒðĄð.
ððĒðððð ðĒð ðððð ððð ð ð ðððð ðð ððð ð ðĒðð,
ððð ð ðĒðð ð ð ðððð ðð ððĒð.
ðžð ðððððð ðððððððĄð ððððð ðððð.
ððð ððððð ððð ð ðððð ððððððĄðððððĄð.
ðŋððĢððð ð ððð§ð ðððððð ðð ðððððð ðððĄðððð ð ð
ð ð ð ðððĄððð ðð ððĒðð ðððððð.
ðī ððððð ððððððĒðĄð ð ð ðĒððððĄð ðððððð:
ððððððð ðððĄðĄð ðĄðĒðĄðĄð ðð ð ððð.â
Vi ÃĻ perÃē ad uno studio un po’ piÃđ profondo, un leggera differenza tra i 2 Maestri taoisti sulla questione; mentre Laozi sembra parlare di questa trasparenza del reggente come una necessità per il buon governo e per i sudditi, Zhuang Zi ÃĻ maggiormente focalizzato sulla necessità del saggio di restare protetto e piÃđ centrato nel suo essere che al servizio del mondo dellâuomo. In entrambi i casi lâinsegnamento ÃĻ chiaro e anche molto attuale. Essere capaci di guidare le persone dove si vuole facendo loro pensare di averlo fatto da sole ÃĻ una delle principali capacità di leadership insegnate oggi nelle maggiori business school internazionali.
In questo capitolo Zhuang Zi mostra inoltre il suo lato critico sullâaspetto sciamanico del percorso esoterico e sapienziale. Come se ci volesse dire: non ÃĻ necessario sviluppare tecniche magiche o capacità paranormali per diventare dei saggi. In una storiella presente nel capitolo il Maestro Huzi si mostra ad uno sciamano, Ji Xian, ogni volta con una âsostanza diversaâ per insegnare al suo allievo come la vera padronanza del Tao sia superiore ai poteri sciamanici. Huzi la prima volta appare a Ji Xian come morente, poi in un secondo incontro, come guarito, nel terzo incontro senza alcuna forma definita. Alla fine dellâincontro lo sciamano dice a Liezi, lâallievo di Huzi. âðžð ðĄðĒð ðððð ðĄðð ðĖ ð ððððð ðððĢððð ð! ðķðð ðĖ ððð ððð ð ð ðð ðððððððð. ðð ð ð ð ðĄðððððð§ð§ð ðĄððððððĖ.â Huzi, per accertarsi che il suo allievo abbia capito, chiede a Liezi di portarlo una 4° volta. Ma appena giunto in presenza di Huizi lo sciamano viene preso dal panico e fugge. Huzi ci spiega lâaccaduto: âðð ð ððð ððð ðĄðððĄð ð ððĒð ðððð ððð ðððððð ððððð ð ððððâðīððĄððððĄð (ðð ððð), ððððĄððððð ððð ððĒððĄðâĶðšðð ðĖ ð ððððððĄð ðð ððð ð ðððĢððð ð, ðð ðð ð ððð ððððĄððĄð ðĢðð ððððð ðððð: ððð ððĒðð ðĄð ðĖ ððĒððððĄð.â
Inutile avere poteri paranormali se a questi non si associa un parallelo sviluppo della consapevolezza e della comprensione profonda del sÃĐ e dellâuniverso. La vista delle energie sottili, la capacità di fare viaggi astrali, e tutte le altre siddhi (mi si perdoni il termine sanscrito ma credo sia quello che rende meglio lâidea) che si possono ottenere con le varie pratiche e tecniche avanzate, sono inutili o addirittura controproducenti se lâuomo non ha innanzitutto una chiara visione del proprio essere e delle leggi della natura. La visione del vuoto sconvolge Ji Xian; egli ÃĻ uno sciamano potente e famoso, ma non ha mai visto il âsenza formaâ ossia il Tao nella sua essenza piÃđ profonda e vera, e lâincontro con esso lo trova impreparato. Questo ÃĻ lâinsegnamento di Huzi a Liezi, che ÃĻ poi il ritorno alla prima parte del capitolo: non pensare al dirigere e aiutare gli uomini se prima non padroneggi te stesso e il Tao. Huzi non ÃĻ interessato alla magia perchÃĐ ÃĻ in grado di ritirarsi al di là della vita e della morte in quello stato in cui il corpo ÃĻ come un albero rinsecchito e il cuore come cenere spenta, esteriormente indistinguibile dalla morte. Per lui la sola tecnica presa in considerazione ÃĻ il controllo del qi (o ki ossia il soffio vitale, energia interna) per mezzo di una respirazione profonda che âsale dai talloniâ.
Dopo un ultimo invito a prendere ciÃē che il Tao ci dà naturalmente nel corso della vita, restando distaccati da fama, progetti, responsabilità e persino conoscenza, il Capitolo si chiude con la storia di apertura qui riportata integralmente, come sempre, in testa sotto il titolo. Cerco di darle una lettura allegorico-simbolica: il primo imperatore incontrato, Subitaneo, del Mare meridionale, rappresenta le forze e energie della Madre Terra, quelle che salgono quando la persona ârespira col talloneâ; il secondo imperatore, Improvviso, ÃĻ del Mare Superiore, esso rappresenta le energie del cielo che vengono dallâalto attraverso il chakra della corona. Questi 2 imperatori sono nominati con sostantivi afferenti alla rapidità poichÃĐ essi agiscono tramite il Tao e sono parti del flusso eterno nellâuomo. Il “Regno di mezzo” ÃĻ lâUomo e il suo nome Hundun ossia “Caos”, fa riferimento a âlâuomo dei tempi antichiâ (anche qui, per meglio contestualizzare leggere il Cap.6). Quando allâimperatore del Regno di Mezzo vengono praticate le aperture del corpo verso l’esterno (i 7 canali che gli danno la sensibilità e percezione esteriore), gli viene mostrato lâapparire del mondo, egli penetra cosÃŽ in esso, passando da essere Hundun “Caos” a Wanwu (10.000 cose) “Cosmo” in forma sempre piÃđ concreta e materiale, lasciando uscire dal proprio corpo le energie del Cielo e della Terra prima dirette internamente. Questo cambio di flusso energetico fa perdere la centratura allâuomo poichÃĐ diviene piÃđ attento allâesterno che al proprio interno. Dimentica la conoscenza e consapevolezza del proprio vero sÃĐ. CosÃŽ facendo âIl settimo giorno Caos morÃŽâ. Lâuomo dei tempi antichi cessa di essere e arriviamo allâuomo moderno, Wanwu ossia il Cosmo che risiede nel Crono, un uomo che i taoisti rifuggono poichÃĐ considerato pericoloso e incapace di afferrare il Tao, come abbiamo visto nei capitoli precedenti.
Come mai Zhuang Zi ponga questa storia nel 7° capitolo non ÃĻ chiarissimo, diversi commentatori hanno cercato di darne una motivazione, ma sempre in modo debole. Potrebbe benissimo essere che non ci sia un perchÃĐ, per quanto questa storia sia densa di contenuto esoterico. Nel Chuang Tzu non sarà lâultima volta che troveremo delle brevi perle allâapparenza decontestualizzate.
Ritengo che anche questo modo di comunicare faccia parte della filosofia e del linguaggio Tao, e Zhuang Zi mostra di padroneggiarlo con grande maestria.
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